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Citazione bibliografica
Dal passo, F., Miti, utopie e realtà della Rivoluzione corsa (1729/1769)
- Abstract
Il lavoro svolto dal Dr. Dal Passo è incentrato sull’analisi della sollevazione della Corsica contro la Repubblica di Genova alla fine del XVIII secolo. In particolare, gli avvenimenti relativi al governo di Pasquale Paoli, caratterizzato da un sistema politico-amministrativo spesso definito “democratico”, vengono visti da Dal Passo alla luce di fonti archivistiche, per la maggior parte inedite, reperite a Parigi, Genova, Ajaccio e Roma. Lo studio si svolge attraverso tre filoni principali di ricerca archivistica e bibliografica: la comprensione del “sistema democratico” della Corsica rivoluzionaria di Pasquale Paoli; lo studio delle fonti relative alla storia sociale ed economica dell’isola nell’arco del XVIII secolo; il confronto tra le diverse visioni storiografiche relative alla sollevazione dei corsi contro la Repubblica di Genova (prima della sconfitta di Pontenovo del 1769) e contro la Francia borbonica. La struttura del lavoro segue una scansione temporale legata ai diversi momenti della storia dell’isola, con digressioni sugli avvenimenti maggiormente incisivi, per la comprensione, nel breve e nel lungo periodo, delle cause e degli effetti della sollevazione capeggiata da Pasquale Paoli. Il lavoro è suddiviso in 10 capitoli. In particolare: il Capitolo 1 analizza le condizioni generali dell’isola durante il cosiddetto “secolo genovese” (1559-1729); lo studio costituisce un prezioso approfondimento sulla gestione politica, amministrativa, economica e sociale della Repubblica di Genova e del Banco di San Giorgio sulla Corsica; il Capitolo 2 è volto all’analisi ed al confronto dei diversi “testi giustificativi” della rivoluzione corsa, apparsi nella fase iniziale della sollevazione contro Genova; nel dettaglio lo studio è incentrato sul confronto tra il Disinganno di Giulio Matteo Natali (1736) e la Giustificazione di Gregorio Salvini (1758). I testi giustificativi intendevano rivolgersi all’opinione pubblica europea per far conoscere le reali motivazioni della sollevazione del popolo corso contro la Serenissima Repubblica; il Capitolo 3 affronta in maniera dettagliata le vicende della prima fase della rivoluzione corsa, con particolare attenzione all’ascesa del Re Teodoro ed alla presa di potere di Gaffori, fino all’occupazione francese con il marchese di Cursay; il Capitolo 4 è incentrato sull’ascesa al potere e sull’organizzazione politica ed amministrativa di Pasquale Paoli, fino alla sconfitta di Pontenovo del 1769, anno in cui l’isola venne annessa alla Francia; il Capitolo 5 costituisce un interessante approfondimento del Projet de constitution pour la Corse (1764) di Jean-Jacques Rousseau. Il testo di Rousseau, che si inserisce in un ampio dibattito sulla rivoluzione corsa, ha fatto emergere l’autentica volontà antifeudale del filosofo ginevrino; il Capitolo 6 analizza con maggiore attenzione il contenuto della Costituzione corsa del 1755, vero e proprio manifesto della volontà repubblicana ed autonomista del governo corso capeggiato da Pasquale Paoli; il Capitolo 7 affronta, nel lungo periodo, il sistema sociale ed economico della Corsica alla luce dei dati forniti dal Plan Terrier de la Corse e dai Cahiers des doléances, con un’analisi molto approfondita delle realtà sociali ed economiche dell’isola nell’arco temporale che va dal XVIII al XIX secolo; il Capitolo 8 analizza, in una prospettiva storica ed antropologica, il sistema clanico, che caratterizza la struttura familiare e politica dell’isola, ed il fenomeno della vendetta, fortemente sentito nell’isola fino alla prima metà del XX secolo; il Capitolo 9 delinea lo scenario isolano a seguito della conquista francese, evidenziando le luci e le ombre dell’amministrazione monarchica, rivoluzionaria e napoleonica. Notevole importanza è data anche al periodo del “regno anglo-corso” (1794-1796), quando, cioè, l’isola passò sotto la diretta amministrazione della Corona britannica. Il Capitolo 10 reca le conclusioni dell’autore. Lo studio di Dal Passo risulta notevolmente interessante per la quantità e la varietà delle fonti archivistiche consultate (si segnalano, in particolare, il Plan Terrier de la Corse e i Cahiers de doléances dell’Archives Nationales di Parigi, il fondo Archivio Segreto Corsica dell’Archivio di Stato di Genova, il fondo Camerlengato dell’Archivio di Stato di Roma, il fondo Nunziature Corsica per l’Archivio Segreto Vaticano, i vari Cartons Paoli dell’Archives départementales de la Corse du Sud di Ajaccio, ed i regesti di alcuni archivi diocesani e comunali corsi) per gli approfondimenti relativi alla storia sociale, economica, amministrativa dell’isola e per l’originalità dell’analisi. Il lavoro, infatti, oltre a sciogliere molti dubbi in merito alla presunta “democrazia originaria” del sistema istituito da Paoli, si estende al sistema economico-sociale della Corsica settecentesca, affrontando tematiche e problematiche legate alla storia di lungo periodo e fornendo chiavi di lettura assolutamente originali. In particolare, la scelta storiografica legata al lungo periodo ha permesso di individuare tre diverse zone con diverse e sotto certi versi opposte caratteristiche socio-economiche con le quali il governo Paoli ha tentato di mediare una sintesi impossibile. La comprensione di questo processo ha permesso di vedere sotto una luce più complessa sia le difformità e le debolezze dell’esperienza paolina, sia il ventaglio di diverse sfaccettature, spesso contraddittorie tra di loro, che la vicenda isolana proiettava all’esterno, sia le diverse interpretazioni cui è stata sottoposta nel tempo la vicenda stessa. Infine, l’approfondimento politico, culturale, economico, sociale ed antropologico collegato allo studio della Corsica francese fornisce al lavoro la profondità e la completezza necessarie allo scioglimento dei nodi storiografici relativi alle vicende isolane. - Download